La lotta contro la pirateria audiovisiva continua e tra i principali fautori di quest’ultima cioè senza dubbio DAZN.
Dopo la recente inclusione nella base associativa delle industrie sportive, la Federazione ha presentato in settimana i nuovi risultati dell’indagine sulla pirateria audiovisiva in Italia nel 2021 che monitora i comportamenti illegali e i danni che questi recano all’industria audiovisiva e al Paese. Nel 2021 sono aumentati gli atti di pirateria legati agli sport, 32,5 milioni, circa il 5% rispetto al 2019. Il tutto sempre tramite le IPTV, la principale modalità di pirateria.
Nel quadro che emerge dall’indagine FAPAV/ IPSOS si vede un generale allargamento della platea dei “pirati” (43% della popolazione adulta, +6% rispetto al 2019) a fronte però di una diminuzione complessiva degli atti di pirateria del 24%. I Film si confermano il contenuto più piratato (29% della popolazione adulta), seguiti da Serie/Fiction, Programmi e, infine, dallo Sport Live.
I grandi eventi sportivi del 2021, Olimpiadi ed Europei, sembrano essere la principale ragione del lieve aumento riportato (+5% rispetto al 2019) degli atti di pirateria legati agli sport in diretta che sono stati 32,5 milioni, compiuti principalmente accedendo ai servizi offerti dalle IPTV illecite che si confermano la principale forma di pirateria audiovisiva in Italia (23% del totale, più che raddoppiato in due anni).
Durante il convegno è intervenuto Stefano Azzi, CEO di DAZN Italia, che ha colto l’occasione per dare un’ulteriore approfondimento in merito ai danni apportati dalla pirateria all’industria sportiva:
“Tutelare il valore dell’industria sportiva italiana sostenendo l’intero sistema impegnato, ogni giorno, a contrastare il fenomeno della pirateria è fondamentale. La rivoluzione in atto nel mondo dello streaming sta facendo emergere la necessità di ripensare le azioni da implementare per arginare il fenomeno e rallentarne lo sviluppo e la diffusione. Solo attraverso uno sforzo congiunto e deciso riusciremo a fornire risposte rapide e concrete.”
“C’è ancora molto da fare per aumentare la consapevolezza dell’illegalità della pirateria soprattutto nelle generazioni più giovani. Dovrebbe infatti farci riflettere l’incidenza che questa ha tra gli adolescenti che, come emerge dall’indagine FAPAV/Ipsos, è in forte aumento per via della loro spiccata propensione alla digitalizzazione. Siamo passati dal 39% del 2019 al 51% del 2021. Continuare a misurare, monitorare e contrastare questo fenomeno attraverso l’utilizzo di tutti gli strumenti di regolamentazione necessari è dunque fondamentale per tutelare le aziende e aumentare la consapevolezza, non solo dei danni causati al sistema, ma soprattutto dei rischi in cui incorrono i consumatori stessi”.