Chi prende stipendi alti ha la fortuna di arrivare a fine mese in tutta serenità. Ovvero, coprire agevolmente non solo tutte le spese obbligatorie, ma anche quelle per il tempo libero e anche eventuali spese del tutto impreviste.
Di conseguenza, non spendendo tutto lo stipendio, mese dopo mese si accumulano i soldi accreditati sul conto bancario o postale. Di conseguenza, l’importo del saldo sul conto tenderà ad essere significativo nel lungo periodo.
Vediamo quindi cosa succede quando la liquidità sul tuo conto corrente bancario o postale sale fino a raggiungere e superare la soglia dei 5.000 euro. Anche perché accumulare e risparmiare denaro su un conto corrente bancario o postale è una scelta da valutare con attenzione. Considerando il fatto che esiste un nemico invisibile che fa svalutare i nostri soldi.
Nel dettaglio, una famiglia che ha un saldo medio annuo di oltre 5.000 euro sul conto corrente bancario o postale attualmente non sfugge a quella che è essenzialmente un’imposta sugli immobili.
Cosa succede se superi la soglia
Infatti, al superamento della scorta media annua di 5.000 euro, l’imposta di bollo viene pagata sul conto corrente che attualmente è pari a 34,20 euro annui. Questo è il motivo per cui risparmiare denaro mettendo denaro sul conto corrente fa scattare questa tassa nel lungo periodo. Se, invece, il saldo medio annuo è inferiore alla soglia dei 5.000 euro, l’imposta di bollo sui conti correnti bancari o postali, e anche sui libretti di risparmio, non è dovuta.
Inoltre, mettere soldi sul tuo conto bancario o postale per risparmiare è sicuramente più sicuro. Rispetto a mettere soldi sotto il materasso o sotto le piastrelle. Tuttavia, il denaro sul conto corrente è sempre aggredito dalla svalutazione relativa all’inflazione. Perché, con l’aumento dei prezzi, per rendere l’idea, 1.000 euro oggi in cinque anni saranno gli stessi soldi, ma in realtà avranno un potere d’acquisto inferiore.
Pertanto, per cercare di sfuggire alla svalutazione, il denaro dovrebbe essere investito in modo da ottenere un rendimento netto annuo almeno pari a quello dell’inflazione. Solo così, infatti, sarà possibile mantenere nel tempo lo stesso potere d’acquisto del proprio denaro.