DAZN sta continuando a mettersi a disposizione delle forze dell’ordine per cercare di contrastare al meglio il fenomeno della pirateria audiovisiva. Sarebbero stati chiusi circa 40 canali Telegram ultimamente, tutti pieni di utenti pronti a sottoscrivere abbonamenti IPTV.
Secondo il modello IPSOS, il danno stimato in merito alla perdita di fatturato per l’industria sportiva, ammonterebbe a circa 267 milioni di euro. Il tutto, comprendendo anche il cinema, andrebbe ad incidere sull’economia italiana con una perdita di fatturato delle aziende che arriverebbe a 1,7 miliardi di euro, con conseguente perdita del Pil di 716 milioni di euro e circa 9400 posti di lavoro andati in fumo.
A testimonianza del suo grande impegno, DAZN ci ha tenuto a schierarsi ancora una volta dalla parte degli organi competenti.
Anche in passato, più specificamente dopo un’importante indagine finalizzata dalla Guardia di Finanza prima dell’ultima di Serie A, il CEO di DAZN Stefano Azzi aveva rilasciato alcune dichiarazioni:
“Rinnoviamo il nostro pieno sostegno alle Forze dell’Ordine impegnate quotidianamente a contrastare il fenomeno della pirateria che ogni anno genera ingenti danni al nostro sistema Paese, con particolare impatto sull’industria dei media e dell’intrattenimento e sui clienti finali stessi che vedono il valore del prodotto e dei servizi offerti diminuito. Si tratta di un fenomeno che colpisce tutto il mondo dei player OTT, non solo Dazn. Con il diversificarsi delle piattaforme e dei canali, cambiano anche le modalità degli atti di pirateria. La divisione antipirateria di Dazn e i suoi partner stanno già lavorando per fermare migliaia di istanze attraverso operazioni di contrasto, ingiunzioni e una continua innovazione volta a proteggere gli abbonati. Riteniamo che sia necessaria una maggiore educazione, soprattutto relativa ai rischi a cui vanno incontro i consumatori che commettono atti illeciti di pirateria, perchè possa aumentare in loro la consapevolezza del danno per loro stessi, ossia impoverimento dei contenuti, e dei serissimi rischi legali in cui potrebbero incorrere. Consapevoli del fatto che non sia possibile eliminare un fenomeno così capillarmente radicato in poco tempo, crediamo che promuovere una cultura antipirateria e sostenere azioni corale condotte insieme agli organi competenti e al Governo possa fare la differenza e incrementare i risultati ottenuti. Continueremo a lavorare per proteggere il valore dei nostri contenuti e del servizio che offriamo e sostenere in maniera attiva la nostra industria
”.