Non si ferma la macchia solare scovata il 19 giugno scorso. A quanto pare, questo è il presagio dell’arrivo di alcune potenti tempeste solari che potrebbero portare problematiche serie alle comunicazioni satellitari. Nonostante l’attività solare resti comunque bassa, gli esperti monitorano la situazione attentamente.
Come detto anche dalla NASA, le macchie solari sono delle aree poste sulla superficie del sole che sono più scure e più fredde. La temperatura è più bassa per via delle macchie che si formano in aree dove i campi magnetici sono più potenti, capaci d’impedire al calore interno del Sole di raggiungere la superficie.
Tempesta solare, sta davvero per arrivare?
Spesso, le linee del campo magnetico poste in prossimità delle macchie solari si aggrovigliano e si riorganizzano. In questo modo, c’è la possibilità che si scateni un’esplosione di energia chiamata brillamento solare. Se particolarmente potente, questo è capace di emettere radiazioni tali da causare dei veri e propri blackout sulla Terra.
Tuttavia, la presenza di una macchia solare non comporta per forza brillamenti e tempeste solari, nonostante il potenziale dei brillamenti; quindi, per ora, l’attività solare resta bassa, come è stato visto anche dal 3-days forecast della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) dove c’è il K index, compreso tra 0 e 9; 1 indica una situazione tranquilla, 5 o più indica una tempesta solare.
Il K index ora è basso, quindi non sono previste tempeste solari nonostante la crescita della nuova macchia. Inoltre, la NASA ha anche spiegato che le nuove macchie che si formano indicano a priori un aumento dell’attività che potrebbe portare a un nuovo ciclo capace di incrementare a raffica l’attività solare nei prossimi anni.