Come detto anche dalla NASA, le macchie solari sono delle aree poste sulla superficie del sole che sono più scure e più fredde. La temperatura è più bassa per via delle macchie che si formano in aree dove i campi magnetici sono più potenti, capaci d’impedire al calore interno del Sole di raggiungere la superficie.
Spesso, le linee del campo magnetico poste in prossimità delle macchie solari si aggrovigliano e si riorganizzano. In questo modo, c’è la possibilità che si scateni un’esplosione di energia chiamata brillamento solare. Se particolarmente potente, questo è capace di emettere radiazioni tali da causare dei veri e propri blackout sulla Terra.
Tuttavia, la presenza di una macchia solare non comporta per forza brillamenti e tempeste solari, nonostante il potenziale dei brillamenti; quindi, per ora, l’attività solare resta bassa, come è stato visto anche dal 3-days forecast della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) dove c’è il K index, compreso tra 0 e 9; 1 indica una situazione tranquilla, 5 o più indica una tempesta solare.
Il K index ora è basso, quindi non sono previste tempeste solari nonostante la crescita della nuova macchia. Inoltre, la NASA ha anche spiegato che le nuove macchie che si formano indicano a priori un aumento dell’attività che potrebbe portare a un nuovo ciclo capace di incrementare a raffica l’attività solare nei prossimi anni.