Immaginate lo scenario più temuto da un qualsiasi cittadino privo di specifiche competenze informatiche: avere un computer, procedere con l’aggiornamento del software e ritrovarsi di colpo senza poter più collegare cavi, chiavette o archivi esterni.
Questa è la storia dell’avvocato Gaetano Braghò, che ha recentemente accusato il colosso Apple di avergli sequestrato il proprio computer. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Dopo avervi esposto l’inizio della storia, il passo che tutti faremmo è quello di rivolgersi al produttore, affidando alle premure del colosso multinazionale l’intero patrimonio dei propri dati, privati e sensibili, lasciandosi rassicurare sulla risoluzione del problema, con diagnostica avviata e un preventivo fissato al di sotto del tetto di 560 euro più Iva.
Per l’avvocato, la sorpresa arriva però alla riconsegna, quando il costo dell’intervento viene elevato al limite massimo, grazie al conteggio di interventi mai approvati come la sostituzione dello schermo. Una decisione unilaterale contestata, che provoca il diniego alla restituzione e una minaccia di distruzione del pc
, con tanto di cinque responsabili a cercare di motivare un caso, per l’avvocato protagonista della vicenda, di “illegittima detenzione”.A ordinare la restituzione del computer all’avvocato cassazionista Gaetano Braghò, ci ha pensato lunedì un dispositivo dell’Autorità giudiziaria che, in seguito al ricorso d’urgenza presentato il 24 giugno dal legale, con cui viene intimato alla Apple il sequestro giudiziario «inaudita altera parte» del MacBook Pro (n° di serie CO2VP2C3HV2Q) nominando come custode il suo legittimo proprietario.
Non stupiranno infatti le modalità delle comunicazioni tra il servizio clienti della Apple e Braghò, con il legale costretto a inviare alcuni email di posta certificata prima di essere ricontattato da un call center localizzato in Islanda, senza mai alcuna comunicazione scritta, in cui veniva ventilato il destino del computer in caso di mancato pagamento: la sua distruzione, senza alternative, neppure la consegna dei dati in altra forma, tramite un semplice back up. Fortunatamente il giudice ha ordinato che il Mac Book Pro venga restituito a Gaetano Braghò.