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La borsa di New York chiude il peggior semestre dal 1970: si rischia la recessione

La borsa di New York ha chiuso giovedì in una situazione critica, la peggiore dal 1970, poco rassicurata dall’inflazione statunitense che rimane alta, incoraggiando la Fed a continuare i suoi aumenti dei tassi di interesse.

Secondo i risultati finali, l’indice Dow Jones è sceso dello 0,82% a 30.775,43 punti. Il Nasdaq invece, è sceso dell’1,33% a 11.028,74 punti. L’S&P 500 ha perso lo 0,88% a 3.785,38 punti.

Gli sforzi della banca centrale per combattere l’inflazione suscitano crescenti timori di recessione che ha portato Wall Street al suo peggior semestre dal 1970“, ha osservato Edward Moya, analista di Oanda.

Da inizio anno l’indice delle azioni stellari è sceso del 15,31%, il Nasdaq si è ridotto del 29,51%, accusando il suo peggior inizio d’anno della sua storia. Per quanto riguarda l’S&P 500, si è stabilizzato in un “mercato ribassista”, in calo del 20,52%.

Sul mercato obbligazionario si è assistito invece ad un’inversione virtuale della curva dei rendimenti: quelli a breve termine (2 anni) a confronto con quelli a 10 anni, scesi sotto la soglia del 3%.

Questo appiattimento della curva è generalmente visto come un presagio di una recessione.

Un presagio che potrebbe avverarsi secondo molti esperti

L’inflazione dei prezzi negli Stati Uniti è rimasta a livelli elevati a maggio, al 6,3% anno su anno

, secondo l’indice PCE, uno dei principali indicatori di inflazione, favorito dalla Banca Centrale USA (Fed).

Nel corso del mese, l’inflazione è accelerata allo 0,6% contro un ritmo dello 0,2% di aprile, ha affermato il Dipartimento del Commercio, un po’ al di sotto delle previsioni degli analisti, che avevano previsto lo 0,7%.

Un altro indicatore che segnala la preoccupazione dei consumatori per l’aumento dei prezzi: la spesa delle famiglie che è aumentata solo dello 0,2% contro un aumento dello 0,6% ad aprile.

Ma in termini reali, tenendo conto dell’inflazione, queste spese, che sono la locomotiva dell’economia americana, sono diminuite dello 0,4% a maggio, il che è una cattiva previsione di crescita nel secondo trimestre.

“L’inflazione è risultata leggermente migliore del previsto, ma probabilmente non abbastanza da impedire alla Federal Reserve di aumentare i tassi di interesse di 75 punti base nella prossima riunione” a fine luglio, ha detto Tom Cahill all’AFP. di Ventura Wealth Management.

Allo stesso tempo, in termini reali, la spesa delle famiglie è diventata negativa nel corso del mese, quindi gli investitori stanno iniziando a sentire che la Fed rischia di spingere l’economia in recessione“, ha aggiunto l’analista.

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Pubblicato da
Simone Paciocco