Lungo o corto, in vetro o in tazzina, macchiato o puro: non è il modo di servirlo che rende buono il caffè. L’espresso napoletano per eccellenza sta bene con tutto, soprattutto quando il sonno di lasciarci non ne vuol proprio sapere. Difatti, come ben sappiamo, grazie alla caffeina presente nella sua composizione, un buon espresso riesce a dare la giusta carica di cui si necessita per affrontare una lunga giornata di lavoro e perché no, anche di allungarci la vita.
Caffè: emersa la verità grazie allo studio della Southern Medical University di Guangzhou
Originario dell’Etiopia, dell’Egitto e di alcune regioni dell’Arabia, il caffè si è presto diffuso in Europa a partire dal 600, conquistando il mondo intero. I suoi chicchi sorgono su una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Rubiacee, e più nel dettaglio all’Arabica e alla canefora, meglio nota come Robusta.
Un recente studio pubblicato sull’Annals of Internal Medicine, realizzato da dei ricercatori della Southern Medical University di Guangzhou, ha smontato ogni teoria sulla pericolosità del caffè. Dopo ben 7 anni e circa 171.000 candidati presi in esame, è emerso che di tutti soggetti che bevevano in media 2-3 tazze di caffè non zuccherato al giorno e senza particolati patologie come quelle cardiovascolari o alcune forme di tumore, il rischio di mortalità era inferiore del 29%. Un espresso è infatti in grado di stimolare il metabolismo, di ridurre le infiammazioni e di migliorare la sensibilità dell’insulina.
Dunque, il caffè allunga la vita? Vi rispondiamo di sì, ma solo se si mantiene la media di 2-3 tazze di caffè giornaliere.