McDonald’s, dopo l’invasione in Ucraina, ha deciso di chiudere tutti i suoi punti vendita in Russia, cedendoli, per l’appunto, a questa catena di fast food. Dopo solo un mese, però, la suddetta ha dovuto rinunciare alle patatine fritte e alle patate rustiche.
In un comunicato pubblico, la società ha affermato che il suo rifornimento di patate avviene presso dei produttori locali. Tuttavia, nel 2021, il raccolto di patate vendute nei fast food è stato molto scarso. Importarle dai mercati esteri, quindi, sarebbe praticamente impossibile per via delle sanzioni arrivate dal conflitto in atto.
Le varie voci riguardanti una crisi sugli approvvigionamenti sono arrivate all’orecchio del ministro dell’Agricoltura, il quale ha comunicato su Telegram che non c’è alcun tipo di problematica in corso legata alle sanzioni della guerra. “Le patate ci sono e basta! “, ha affermato.
Il ministero russo, inoltre, ha continuato dicendo che “il mercato russo è rifornito di patate, incluse le patate lavorate. E sta arrivando il nuovo raccolto, che esclude la possibilità di una scarsità del prodotto”.
Ciò che è lampante agli occhi di tutti è come le sanzioni stiano mettendo in seria difficoltà la Russia. Infatti, secondo l’ultimo rapporto dell’istituto ufficiale di statistica Rosstat, l’economia russa sta subendo una fortissima contrazione causata, appunto, dalle sanzioni.
Secondo la banca centrale russa, inoltre, il Pil a fine 2022 scenderà del 7,8%. L’Institute of International France, però, raddoppia la cifra al 15%. I numeri del mercato delle auto sono quelli che spaventano di più: 18 fabbriche su 20 hanno chiuso i battenti, con un 97% in meno di automobili prodotte.