Mancano meno di due mesi all’inizio della nuova campagna vaccinale per il Covid-19.
A cavallo tra settembre e ottobre sarà possibile sottoporsi al nuovo richiamo bivalente, studiato per combattere anche le nuove varianti Omicron.
A minare l’adesione dei cittadini al nuovo richiamo, rischiando di trasformare l’enorme lavoro in un flop, è un controverso studio israeliano che in rete è oggetto di polemiche.
Tutto nasce da un articolo pubblicato su Ansa che titola ‘Vaccini: In Israele +25% problemi cardiaci fra 16 e 39 anni‘ e ancora segue il sottotitolo: Studio con esperti Mit. Broccolo, sono dati del mondo reale.
Inutile dire che dopo un articolo di questo tipo, pubblicato da un giornale autorevole come l’Ansa, in rete e sui social si è riaccesa la lotto tra provax e novax.
Adesso i sostenitori della tesi antivaccinale hanno dalla loro una informazione autorevole, se non fosse che la stessa ANSA ha tralasciato importanti dettagli utili a chiarire la questione fino in fondo.
Lo studio prende in analisi i numeri degli accessi al pronto soccorso per problemi cardiaci documentati e verificati, tra i giovani fra 16 e 39 anni’ in 3 diversi periodi. Sono quindi registrati gli accessi pre-pandemia, a pandemia in corso senza vaccini disponibili e infine a pandemia in corso con campagna vaccinale inoltrata.
Lo studio, continua Ansa, rileva una corrispondenza tra la somministrazione dei vaccini e l’aumento del 25% di chiamate d’emergenza per problemi cardiaci, con lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
L’informazione così impostata parrebbe proprio far ricadere la colpa sui vaccini, ma in realtà non è così.
I problemi al cuore sono certamente aumentati ma lo sono nettamente di più tra chi si è ammalato di COVID-19 senza vaccino, rispetto a chi invece il vaccino l’ha fatto.
Nonostante è ormai risaputo che una piccolissima percentuale di popolazione può andare incontro a miocardite o pericardite di lieve entità a causa del vaccino, il vero nemico che provoca problemi cardiaci di seria natura rimane senza dubbio il Covid-19 e non i vaccini.