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Fine del Mondo: La terra secca diventerà più arida, la profezia si avvera

Dopo ben 467 anni, è riemerso un libro risalente al 1555 e appartenente al medico, astrologo e veggente francese Nostradamus. Le parole che egli scrisse, in passato potevano sembrare apparentemente infondate. Eppure, a distanza di tempo, risultano essere più attinenti che mai. Tra le strofe dell’opera letteraria l’uomo predice l’arrivo di guerre, disastri naturali, attacchi nucleari e rivoluzioni. Ora è il momento della siccità.

Nostradamus: la siccità molto probabilmente ci distruggerà

“La riduzione delle precipitazioni in Italia ha evidenziato negli ultimi settant’anni una riduzione della disponibilità media annua della risorsa idrica a livello nazionale”, ha spiegato Stefano Mariani, ricercatore dell’Area idrologia del Dipartimento per il monitoraggio e la tutela dell’ambiente e per la Conservazione della Biodiversità dell’ISPRA e membro degli Osservatori distrettuali permanenti per gli utilizzi idrici e del relativo Comitato tecnico di coordinamento nazionale.

Concludendo con: “A fronte di una disponibilità di risorsa idrica media annua di 550 mm

 (corrispondente a circa un volume di 166 miliardi di metri cubi, per il territorio nazionale) per il periodo 1921–1950, le nostre stime per l’ultimo trentennio (1991–2020) mostrano un valore annuo medio di 445,2 mm (corrispondente a circa 134,5 mld m3)”.

Insomma, ciò che sta accadendo ora, Nostradamus lo aveva previsto nel 1555. Egli nel suo libro denominato “Le profezie” scrisse: “Per quarant’anni l’arcobaleno non sarà visto/Per 40 anni sarà visto ogni giorno/La terra secca diventerà più arida/E ci saranno grandi inondazioni quando sarà visto”. Tutto quadra: il fiume Po è ai minimi storici e l’acqua risulta a tratti salata per via della risalita del mare verso la foce. A Roma “Il Tevere non è più biondo ma è diventato calvo”, mentre l’Emilia Romagna ha ufficialmente dichiarato lo stato di emergenza.

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Pubblicato da
Melany Alteri