Un’altra ipotesi riguarda la diversa dinamica con cui le più recenti varianti circolano nell’organismo. Alcuni studi, infatti, hanno rilevato nell’ultimo periodo un minore accumulo delle particelle virali nelle cellule del naso, rendendo più probabili i falsi negativi.
Infine la terza ipotesi comprende il riflesso del maggior ricorso ai tamponi fai-da-te. Per questo molte persone non raccolgono abbastanza materiale per permettere al tampone di effettuare il suo lavoro come dovrebbe. Dunque «Un test negativo in presenza di sintomi non dovrebbe essere un lasciapassare per uscire», conclude Emily Martin, epidemiologa dell’Università del Michigan.