L’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche ha messo in allerta tutti: Roma e Viterbo stanno rischiando di grosso per via della siccità incessante. Basti pensare che il lago di Bracciano sia sceso di 36 centimetri rispetto allo scorso anno, quello di Nemi di 96, mentre il lago di Turano è andato giù di un centimetro al giorno. Perché sta accadendo ciò?
In risposta alla domanda precedente, in parte siamo noi i principali artefici di ciò che sta accadendo al pianeta. Eppure i migliori profeti come Nostradamus e Baba Vanga ci avevano avvertiti. Il primo ci aveva ammonito già nel 1555 annunciando l’assenza dell’arcobaleno per ben quarant’anni e l’inaridimento della terra già secca. Si parlava di grandi inondazioni e siccità, ma noi abbiamo preferito non ascoltare.
Tornando a Roma, vediamo calare anche il fiume Aniene, Liri e Sacco (già ai minimi dal 2017); Per fortuna però una “bella notizia” c’è: perché i livelli del Tevere sono tornati in linea con gli anni scorsi.
L’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche ha poi sottolineato che il caldo e la scarsità di piogge stanno mettendo a rischio anche le riserve d’acqua sotterranea del Centro-Nord Italia. Dai dati del report settimanale, è possibile infatti vedere che il fiume Po ad oggi segna record negativi di portata, toccando 113,7 metri cubi al secondo (nonché 123 metri cubi al secondo in meno rispetto al precedente minimo storico) mentre a Pontelagoscuro, circa il 10% della portata media ed il 75% in meno della portata limite per l’intrusione del cuneo salino.