Il telescopio ormai noto della NASA ha recentemente “allenato” il suo spettrometro, o strumento NIRSpec, sul buco nero supermassiccio che si trova nel cuore della galassia più in alto tra le immagini rilevate dal telescopio stesso. Trattasi di una delle prime cinque immagini Webb a colori rilasciate dalla Nasa. L’immagine presenta cinque galassie apparentemente molto vicine, sebbene la quinta sia in realtà molto più vicina alla Terra.
Gli spettrometri rompono la luce nelle sue lunghezze d’onda costituenti. Poiché diversi elementi assorbono la luce a lunghezze d’onda note, lo spettro risultante consente agli scienziati di determinare la composizione chimica del materiale che emana luce o attraverso passaggi di luce. NIRSpec è uno spettrometro a infrarossi in grado di raccogliere uno spettro dal buco nero nonostante la polvere delle stelle.
Il risultato, come spiegato dall’Agenzia spaziale europea in un’illustrazione e in una serie di post su Twitter, è che Webb ha osservato il buco nero a lunghezze d’onda mai osservate prima. Corrispondono all’idrogeno atomico, all’idrogeno molecolare o a due atomi di idrogeno legati insieme, e ioni di ferro presenti nel gas.
Nel loro insieme, l’analisi NIRSpec di questi elementi ha permesso agli scienziati di mappare la struttura del gas che fluisce nel buco nero da consumare, così come i deflussi. Trattasi di gas gettato via da potenti getti di radiazioni generati dall’intensa compressione di gas e polvere vorticosa intorno al buco nero. Lo spettrometro NIRSpec è un potente strumento per comprendere i costituenti chimici e le strutture di oggetti distanti. Gli scienziati lo utilizzeranno per studiare non solo i buchi neri, ma anche stelle, galassie e pianeti.