L’idrogeno è ancora in corsa come alternativa alle batterie per le auto elettriche. Ma qualche società potrebbe renderlo molto più facile da usare in futuro.
Sopratutto dopo che il divieto in tutta l’UE sui motori a combustione del 2035 ha dimostrato che il futuro dei trasporti risiede principalmente nell’elettromobilità.
Sembra decisa anche la questione di quale tipo di auto elettrica prevarrà: la stragrande maggioranza dei fornitori predilige la Stromer con batteria, ovvero il cosiddetto BEV (“Battery Electric Vehicle”).
Alcuni esperti ritengono che la produzione di energia a bordo mediante celle a combustibile non sia più praticabile, ma ha ancora i suoi sostenitori.
La BMW presenterà a breve il SUV X5 come veicolo a idrogeno, la Renault invece sta lavorando a un prototipo e la Toyota ha ottenuto un successo rispettabile con la Mirai.
Idrogeno in polvere: il futuro delle auto
Le auto elettriche alimentate a idrogeno come la Toyota Mirai potrebbero svolgere un ruolo più importante in futuro grazie alla nuova tecnologia di storage.
Le auto a celle a combustibile (FCEV: Fuel Cell Electric Vehicle) potrebbero avere buone possibilità, soprattutto nelle aree in cui è difficile installare infrastrutture di ricarica per l’elettricità.
Tuttavia, anche l’idrogeno di cui hanno bisogno non è facile da maneggiare: per lo stoccaggio e il trasporto, deve essere raffreddato o mantenuto ad alta pressione.
Gli scienziati della Deakin University di Geelong, in Australia, stanno ora affrontando questo problema. Hanno sviluppato un processo che polverizza l’idrogeno, o più precisamente: lo lega al nitrato di boro, una sostanza chimica in polvere.
Questo processo è relativamente facile da eseguire. Per poter rilasciare e riutilizzare l’idrogeno legato è sufficiente riscaldare la polvere.