Con l’acronimo PVS o PRS (phantom ringing syndrome), si descrive la sensazione che lo smartphone stia vibrando o suonando, in assenza però di un reale stimolo. In altre parole, l’utente pensa di sentire suonare o vibrare il proprio cellulare, quando la realtà rappresenta l’esatto contrario, risultando a tutti gli effetti alla pari di una allucinazione.
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Le sindromi descritte non sono incluse in alcun manuale diagnostico, è importante ricordarlo, nè comunque prese in considerazione da organizzazioni ufficiali, tuttavia alcuni studiosi le hanno volute analizzare, descrivendo anche i sintomi che le accompagnano.
Stando a quanto mostrato, sono corredate da stati d’ansia, sintomi depressivi, sintomi cognitivi, disturbi dell’umore, oltre alle allucinazioni di cui vi parlavamo prima. La prima comparsa della sindrome è nel lontano 1996, quando il celebre fumettista Scott Adams, la rappresentò in una striscia di Dilbert, definendola all’epoca la sindrome del cercapersone fantasma. Con l’evoluzione della tecnologia, viene ripresa nel 2033 da Robert D.Jones, editorialista del New Pittsburgh Courier, definendola appunto sindrome da vibrazione fantasma.
I primi studi scientifici sono stati pubblicati circa 10 anni fa, ma ancora oggi la ricerca non ha compiuto passi in avanti.