Che si voglia o no, la siccità è un tema piuttosto discusso negli ultimi giorni e potrebbe rivelarsi, a lungo andare, la causa principale della fine del mondo. Mentre l’umanità non si preoccupa minimamente di sprecare l’acqua mentre si stanno spazzolando i denti, il livello di laghi e fiumi in Italia continua a scendere spaventosamente.
Fine del mondo: la situazione dei fiumi e dei laghi
L’Anbi non ha utilizzato mezzi termini: il Po, grazie ai temporali localizzati, ha per fortuna registrato leggeri aumenti. Una settimana fa la sua portata media a Pontelagoscuro era pari a 160,48 metri cubi al secondo, il 32,29% in meno rispetto all’ultimo record negativo risalente al 2006. Tuttavia non basta: in Piemonte infatti sono scesi circa 30 millimetri di pioggia in 7 giorni, nel Ferrarese meno di 17 millimetri mensili.
Quanto ai laghi del Nord la situazione è decisamente più disastrosa. Il livello del lago Maggiore è diminuito lasciando il 10,8% di risorsa ancora utilizzabile, mentre il Lario segna –0,6% sullo zero idrometrico (nuovo apice negativo: – cm. 39.9). Il Garda invece è al 29,3% e l’Iseo è al 5,7% del riempimento.
Tornando ai fiumi, mentre al nord la situazione sembra migliorare, nella zona centrale i fiumi di Toscana, Umbria, Lazio e Marche sono al minimo, di cui qualcuno in secca. Stessa cosa per il Sud, caratterizzato da riserve idriche in calo dal Molise alla Campagna, dalla Puglia alla Basilicata.
Per questa ragione in molte regioni si stanno muovendo al fine di bloccare la siccità e di conseguenza la fine del mondo. A Genova per esempio si sta pensando di realizzare un dissalatore da inserire nel Documento unico di programmazione quadriennale 2022-2027. Inoltre, dopo anni (anni Novanta) dal tentativo di realizzazione di una briglia sul torrente Cassingheno, spunta nuovamente l’ipotesi di studio per realizzarne una che segni il confine tra Genova e Piacenza.