Il tower operator italiano, INWIT e l’operatore FTTH, Open Fiber hanno firmato un accordo strategico per fornire la copertura della tecnologia di accesso wireless fisso a più di 600 comuni in tutto il paese.
Le aziende affermano che la partnership darà un contributo importante alla riduzione del digital divide in Italia, un divario non solo tecnologico ma anche sociale e industriale. L’accordo prevede la progettazione e realizzazione di un massimo di 500 nuovi siti da parte di INWIT, con costruzione a partire da quest’anno, e dei relativi servizi di ospitalità e manutenzione delle infrastrutture. Open Fiber fornirà ai siti apparecchiature fisse di accesso wireless e connessioni in fibra ottica, con l’intento di facilitare l’accesso alla rete ultrabroadband nelle aree del Paese dove questa è ancora limitata o assente.
In base all’accordo, Open Fiber mira ad accelerare la copertura nei piccoli comuni e nelle aree interne, in particolare quelle aree difficili da raggiungere con la connettività FTTH. L’azienda ha raggiunto più di 14 milioni di case, aziende e uffici governativi con la sua infrastruttura fino ad oggi. L’accordo prevede per INWIT l’opportunità di ampliare la propria infrastruttura con siti dotati di caratteristiche tecnologiche
e strutturali particolarmente adatte a soddisfare la crescente domanda degli operatori, con un profilo di ritorno in linea con il proprio modello di business.Mario Rossetti, CEO di Open Fiber, spiega: “Stiamo lavorando ogni giorno per costruire la rete che consentirà al Paese di stare al passo con la rivoluzione digitale in corso. L’accordo INWIT è un ulteriore passo che conferma il nostro impegno a fornire le aree ancora non raggiunte da un’adeguata connettività con l’infrastruttura di rete di nuova generazione. Dato il potente valore sociale del nostro lavoro, l’accelerazione e il completamento della rete nelle aree bianche è una priorità assoluta per Open Fiber.’
Aggiunge Giovanni Ferigo, amministratore delegato di INWIT: “Questo accordo vuole essere un ulteriore passo verso la riduzione del digital divide, ovvero la riduzione dell’emarginazione sociale digitale che purtroppo ancora esiste in molte aree del nostro Paese. Se vogliamo davvero costruire una società inclusiva e sostenibile, dobbiamo pensare alla digitalizzazione come a un alleato, a uno strumento abilitante per un futuro più sostenibile per tutti”.