Le criptovalute, dato l’elevato interesse da parte della community, la quale pensa di poter guadagnare milioni con il loro acquisto, non sono esenti dalle tantissime truffe che campeggiano il web. Proprio in questi giorni è emersa una frode che ha colpito oltre 6mila persone, tutta per “merito” di una azienda italiana.
Sono davvero tanti i risparmiatori che hanno deciso di investire denaro nella New Financial Technology, una società di Silea (in provincia di Treviso) con filiali a Dubai e Londra, i cui fondatori sono irreperibili, che oggi si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Dopo aver racimolato una cifra che oscilla tra i 40 ed i 100 milioni di euro, i fondatori hanno inviato un messaggio in cui affermano di “trovarsi ad affrontare problematiche interne non previste” e programmano un “riassetto tutelando il capitale depositato, con una restituzione, rifondendo ogni investitore per il flottante attualmente in lavorazione”. Il tutto è seguito con il blocco dei prelievi, ciò quindi impedisce all’investitore di ritirare in alcun modo il capitale.
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Criptovalute: come funzionava la truffa
La truffa, perché di questo si tratta, è legata ad una promessa di un guadagno molto elevato, sfruttando il meccanismo dell’arbitraggio tra criptovalute. In poche parole, sopratutto per i non esperti del settore, la stessa criptovaluta può valere in maniera differente in relazione all’exchange di riferimento, giocando proprio su queste differenze di valore, l’azienda prometteva un guadagno mensile del 10/12% della somma effettivamente investita.
L’idillio è durato per un periodo di circa 4 anni, proprio l’arco temporale in cui le criptovalute erano al top, con il crollo odierno, ecco la “fuga” dei fondatori con il capitale.