Dello Spazio ne “conosciamo” il suono e l’aspetto, eppure nel ventunesimo secolo ancora non riusciamo a dedurne il reale odore. La cosa pazzesca è che nessuno ha pensato minimamente a ciò, fino a che Neil deGrasse Tyson non scrisse una frase su Twitter ironizzando: “Adoro l’odore dell’Universo al mattino“. Dunque, di cosa sa il cosmo?
Spazio: di cosa sa il nostro amato cosmo?
Pensereste a sostanze chimiche, pesanti, insopportabili, e invece il profumo dello Spazio si avvicina quello del cibo (anche se in alcuni casi avariato). Partiamo dalle comete. Secondo i dati raccolti da ROSINA, il Rosetta Orbiter Spectrometer for Ion and Neutral Analysis instrument, la cometa 76p ricorderebbe un mix di uova marce (acido solforico), pipì di cavallo (ammoniaca), mandorla (cianuro di idrogeno) e formaldeide. Più profumato è invece l’odore di Sagittarius B2, il quale ricorda i lamponi bagnati al rum (formiato di etile).
Quando i cosmonauti rientrano dalle passeggiate spaziali devono passare in un atrio di depressurizzazione in cui è possibile sentire degli odori ben distinti e associati dal cervello a qualcosa di familiare. L’ex astronauta canadese Chris Hadfield ha dichiarato che il particolare odore di affumicato ricollegabile a pancetta, carne abbrustolita, pastiglie dei freni, fumi di saldatura e biscotti alle mandorle bruciati, possa essere in realtà l’effetto del contatto tra il vuoto dello Spazio e la navicella, il quale estrapola e libera tracce di sostanze chimiche dalle pareti della struttura in metallo.
Secondo altri invece lo Spazio ricorderebbe lo sgradevole odore di ozono. Non a caso il nome di tale molecola deriva dal greco ózein che significa “puzzare”.