La sonda giapponese senza equipaggio ha raggiunto l’orbita dell’oggetto nel 2018 e, in seguito a un anno di misurazioni e rilevamenti, è riuscita a raccogliere del materiale per poi incapsularlo e spedirlo sulla Terra. Il veicolo, invece, sta proseguendo il suo cammino verso l’asteroide 1998 KY26.
I 5,4 grammi di rocce e polvere sono stati prontamente esaminati dai ricercatori. La conclusione è stata che l’acqua sul nostro pianeta potrebbe essere arrivata miliardi di anni fa proprio grazie a degli asteroidi.
Gli scienziati sostengono di aver trovato del materiale organico che mostra una parte degli elementi costitutivi della vita sulla Terra. Tra questi ci sono gli amminoacidi, i quali potrebbero essersi formati nello spazio.
“Gli asteroidi di tipo C volatili e ricchi di sostanze organiche potrebbero essere stati una delle principali fonti di acqua terrestre”, è stato scritto nello studio pubblicato su Nature Astronomy.
“La consegna di sostanze volatili (cioè sostanze organiche e acqua) sulla Terra è ancora oggetto di un notevole dibattito”.
“Le particelle di Ryugu sono senza dubbio tra i materiali del Sistema Solare più incontaminati disponibili per lo studio di laboratorio e le indagini in corso su questi preziosi campioni amplieranno sicuramente la nostra comprensione dei primi processi del Sistema Solare”, hanno poi concluso.