La rivoluzione dei robot a San Francisco è iniziata o sta per finire?
La città ha visto l’arrivo di nuovi ristoranti automatizzati negli ultimi anni. L’idea è che i robot potrebbero essere utilizzati per riempire posizioni lavorative che richiedono ore di lavoro continuo. Questo potrebbe liberare i dipendenti da scomodi ruoli per fornire un servizio clienti di qualità superiore. Il costo del lavoro e, di conseguenza, i prezzi dei menu verrebbero ridotti, le mance diventerebbero obsolete, quindi i ristoranti potrebbero investire maggiormente in ingredienti di qualità.
È una tendenza vista in tutto il paese e nel mondo, ma San Francisco in particolare è stato il mercato ideale per i test per una serie di motivi.
Le startup in cerca di finanziamenti hanno usato a lungo le strade di San Francisco come un terreno di gioco sperimentale. Ma sono talmente tante le società che ci provano che la città sta considerando di lanciare un ufficio specificamente progettato
per regolamentare le tecnologie emergenti prima che le aziende possano lanciarla negli spazi pubblici.Per fare un esempio, ci sono ristoranti automatizzati con sede nella Bay Area come la startup Zume, TeaBOT, il distributore automatico di ramen Yo-Kai Express, la società Blendid il cui robot prepara un frullato da 6 dollari e il robot Sally che prepara insalate.
Visitarne uno può sembrare di entrare in un film di fantascienza: ricevere una tazza di caffè da un robot è in effetti una novità.
Ma innovazione a parte, ci sono preoccupazioni che l’automazione possa portare a una disoccupazione di massa. Si tema che i robot vengono impiegati per riempire posti di lavoro che gli esseri umani potrebbero occupare. C’è anche da valutare se le persone desiderino o meno l’interazione umana quando vengono servite.