Il lancio del nuovissimo telescopio spaziale James Webb ha segnato un punto di svolta a dir poco assoluto nel mondo dell’astronomia, infatti il dispositivo costato circa 10 miliardi di dollari, ha permesso ai ricercatori di aprire gli occhi rispetto all’universo grazie ad un sistema di specchi e di camere in grado di vedere nel passato fino quasi al Big Bang, merito del mid-infrared, spettro della luce del medio infrarosso che consente di vedere meglio grazie alla capacità di questa luce di penetrare le polveri e dunque di arrivare più lontano.
Questa nuova tecnologia ha consentito fin da subito di guardare all’universo con occhi diversi, i primi scatti hanno infatti mostrato dettagli che con i telescopi convenzionali non era possibile osservare e lo stesso si è verificato con Giove, pianeta interno al Sistema Solare i cui segreti gli scienziati intendono studiare grazie proprio al JWST, soprattutto quelli celati sotto la sua superficie.
La foto e cosa mostra
Gli scatti mostrano lo scheletro infrarosso di Giove, ovviamente a risaltare sono le correnti gassose presenti in superficie insieme al gigantesco uragano conosciuto come Macchia Rossa, per gli osservatori più attenti è possibile notare anche il sistema di anelli di Giove, decisamente più esile rispetto a Saturno e quasi impercettibile, in aggiunta sono visibili anche le lune chiamate Amaltea e Adrastea.
In ultimo ai poli possiamo vedere le aurore di Giove, visibili in entrambi i poli sono state catturate con un filtro (F360M/rosso) che esalta anche la luce riflessa dalle nubi e foschie. Un altro filtro (F212N/giallo-verde/2,12 µm) esalta la foschia presente vicino ai poli nord e sud. Un ultimo filtro (F150W2/ciano/1,5 µm) invece mette in risalto la luce riflessa dalle nubi più profonde.