Altro che Kafka, quella accaduta ad un povero padre e al figlio con problemi di salute supera di gran lunga le vicende Kafkiane. Preparatevi perché questa notizia va oltre il paradossale. Praticamente nel febbraio del 2021 un uomo di nome Mark si rende conto che suo figlio ha un’infezione inguinale. La pandemia è ancora in atto, così decide (sotto consiglio di un’infermiera del servizio sanitario locale) di scattare una foto al figlio per chiedere maggiori informazioni al pediatra. Qui però entra in gioco Google ed accade l’impensabile.
Google: quando la tecnologia supera ogni limite
Il medico effettua una diagnosi al bambino, il quale a sua volta guarisce grazie alle cure del pediatra. Tutto sembra andare secondo i piani, ma ad un tratto entra in gioco la Polizia. “Cosa c’entra?”, vi starete chiedendo. E infatti questa nulla aveva a che fare con il piccolo e il padre. Google però, vedendo immagini non conformi alle regole della community, ha pensato bene di denunciare l’accaduto.
Tra i bambini vittime di abusi sessuali, nel 2021, vi era così anche il figlio di Mark. Le foto infatti erano passate dal telefono a Google Photo arrivando poi agli agenti. Ma perché è accaduto ciò? Il motore di ricerca utilizzato dal mondo, si serve di un algoritmo di intelligenza artificiale allenato per rilevare immagini di potenziali abusi sessuali su minori. Questa funzione ha avuto inizio nel 2018 e consiste nella segnalazione al National center for missing and exploited children e alla polizia di contenuti potenzialmente pericolosi, e alla rimozione del proprio account Google.
È assurdo pensare che la tecnologia sia arrivata tanto lontana da far perdere di colpo l’accesso al proprio universo virtuale per poi ritrovarsi la nomina come un potenziale pedofilo (a volte anche senza ragione). A questo punto ci chiediamo, cosa ci riserva il mondo tech per il futuro?