Secondo quanto riferito, il ministro dell’Innovazione italiano Vittorio Colao ha offerto il suo sostegno alla fusione a lungo discussa Open Fiber-Telecom Italia, sostenendo che sarebbe stata “benvenuta” fintanto che “la concorrenza è mantenuta“.
Intervenuto venerdì all’Ambrosetti Business Forum, l’ex amministratore delegato di Vodafone ha affermato che il governo vuole un’infrastruttura di telecomunicazioni nazionale che “assicuri grandi prestazioni e qualità“.
I commenti fanno seguito alla notizia di fine maggio secondo cui Telecom Italia aveva firmato un accordo preliminare con investitori tra cui Cassa Depositi e Prestiti (CDP), KKR e Macquarie per fondere le proprie attività di rete fissa con il provider all’ingrosso di proprietà statale Open Fiber.
KKR detiene una partecipazione del 37,5% in FiberCop, entità creata per detenere i componenti passivi delle reti di accesso locale in rame e fibra di Telecom Italia. CDP, controllata dallo Stato, è il secondo investitore di Telecom Italia con una quota del 10% e detiene una quota del 60% in Open Fiber.
La mossa creerà un’unica rete nazionale a banda larga, che diventerà di fatto l’unica grande opzione all’ingrosso di Vodafone Italia nel Paese.
Apparentemente Colao non ha preso di buon grado il termine “rete unica“, affermando che “sembra quasi un monopolio“. Ha preferito una “rete nazionale” che sia “neutra rispetto a tutti gli attori del mercato” e “garantisca gli obiettivi del governo di dare connettività a tutti”.
L’industria italiana delle telecomunicazioni ha affrontato in passato anche problemi relativi al dominio del mercato. Nell’aprile 2021, Vodafone Italia e Fastweb, di proprietà di Swisscom, hanno chiesto a Telecom Italia di risarcire centinaia di milioni di euro di danni.
L’operazione separerà gli asset consumer e enterprise di Telecom Italia dalle sue attività wholesale. Le varie parti hanno concordato di “negoziare in esclusiva” con l’obiettivo di firmare un accordo vincolante entro il 31 ottobre.
Un rapporto di Reuters ha affermato che CDP preparerà un’offerta non vincolante questo mese, presentandone in tempo per le elezioni generali italiane del 25 settembre. Brothers of Italy, il partito attualmente in testa alle urne, avrebbe invitato il CDP a resistere fino all’insediamento del nuovo governo.