L’esecutivo ha introdotto degli incentivi negli ultimi due anni che hanno consentito a vari imprenditori del nostro Paese di godere di un vero e proprio exploit degli impianti d’energia rinnovabile, in particolar modo quelli fotovoltaici ed eolici.
Se si hanno determinati requisiti, è possibile anche vedere l’energia extra ottenuta e non consumata. Recentemente però si è diffusa una notizia negativa, secondo la quale chi ha prodotto più energia pulita di quanta ne ha consumata deve restituire quanto guadagnato allo Stato. Scopriamo maggiori dettagli a riguardo.
Impianti energia rinnovabile: si devono restituire i soldi allo stato?
Sta circolando da qualche giorno questa notizia, diffusa inizialmente da Paolo Rodaro, un imprenditore agricolo che il mese scorso ha ricevuto una PEC dove il Gestore Servizi Energetici lo esortava a seguire le linee guide del decreto sostegni ter, essendo che l’impianto rientrava in quel progetto.
Di fatto, nel decreto sostegni lo Stato ha stabilito che determinati impianti dovranno rendere i propri guadagni che provengono dall’energia pulita e rinnovabile. La regola vale per chi in questi anni ha venduto l’energia ad un costo che ammonta a quello dell’attuale prezzo di mercato; circa 10 volte in più di quello medio degli ultimi 10 anni.
L’imprenditore Rodaro dovrà restituire 100 mila euro allo Stato, una cifra davvero complicata da reperire entor la scadenza stabilita dallo Stato, cioè ottobre:
“Siccome i 100mila euro sono già stati spesi per compensare le minori vendite e il problema delle siccità che abbiamo avuto quest’anno. non devo fare altro che chiedere in banca un ulteriore mutuo da 100mila euro per restituire i soldi che lo Stato mi chiede”.