Ognuno potrebbe avere a disposizione un unico dispositivo anche per un periodo lungo ben 10 anni tramite il ricorso a una nuova politica aziendale. L’Unione Europea potrebbe avere già le idee ben chiare a tal proposito.
Mentre Samsung tenta di consolidare sempre più la sua posizione nel settore degli smartphone pieghevoli
ed Apple prova ad affrontarla senza timore con i suoi iPhone 14, Google si prepara a sfoggiare i suoi prossimi dispositivi.Le opzioni sicuramente non sono poche per gli utenti intenzionati a cambiare smartphone ma quanti sono coloro che optano per il cambio del dispositivo soltanto per la voglia di ottenere un modello di ultima generazione? E quanti coloro che a causa di rallentamenti e guasti sono costretti a procedere con l’acquisto di un nuovo smartphone?
Avere a disposizione uno smartphone più longevo farebbe sicuramente comodo alla maggioranza degli utenti ma spesso si incappa in casi di obsolescenza programmata e nell’impossibilità di procedere con il riparo tramite la sostituzione delle componenti.
Secondo l’esperto Giovanni Miragliotta:
“Oggi non durano quasi mai 10 anni nemmeno Pc e laptop, strumenti di lavoro disegnati per essere espandibili sostituendo componenti e aggiornando software”.
La sostituzione delle componenti danneggiate sarebbe una soluzione decisamente efficace ma nessuna azienda di rilievo è solita applicare una strategia simile. La Commissione Europea, dunque, sembra essersi attivata al fine di rivedere regole e pratiche fino ad ora applicate così da allungare il ciclo di vita di smartphone e altri device.