Un evento molto simile succede all’interno di pianeti giganti gassosi come Nettuno e Urano, dove ci sono piogge di diamanti molto spesso. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Science Advances.
Dopo i 4.700 gradi Celsius e 150 gigapascal, fu possibile vedere per un momento una pioggia di diamanti grandi alcuni milionesimi di millimetro che si formavano nel materiale plastico. Tuttavia, mancava un elemento importante per incoraggiare la formazione di diamanti: l’ossigeno.
Proprio per questo motivo, gli scienziati pensarono al PET
, materia fondamentale per la plastica, essendo che contiene al suo interno un ottimo miscuglio di idrogeno, carbonio e ossigeno.Cinque anni dopo, il team ha ripetuto l’esperimento andando ad aggiungere la tecnica di osservazione della diffrazione dei raggi X per capire quanto velocemente si formassero i cristalli e le loro dimensioni. Subito si capì che l’ossigeno facilitava la formazione dei nanodiamanti, che si generavano in condizioni di temperatura e pressione minori in confronto al primo test.
Quindi, gli scienziati credono che l’elemento chiave per le piogge di diamanti e giganti gassosi sia proprio l’ossigeno. Dentro i due pianeti si formerebbero dei diamanti molto più grandi rispetto a quelli in laboratorio e col tempo vanno poi a sprofondare negli strati ancora più inferiori di ghiaccio posizionandosi alla fine attorno al nucleo solido dei pianeti.