Le tariffe di roaming all’interno e all’esterno dell’Europa rappresentano in media circa il cinque percento delle vendite degli operatori telefonici in Europa, stima Sylvain Chevallier di BearingPoint.
Ma l’impatto della nuova misura sarà diverso per i clienti aziendali e individuali, aggiunge.
Sul mercato, soggetto ad ampie variazioni stagionali degli affari dovute alla dipendenza dal turismo, si stima che la fine delle tariffe di roaming nell’UE comporterà un calo delle vendite dell’1,2% quest’anno.
Ma il cambiamento difficilmente può essere uno shock per gli operatori di telecomunicazioni, secondo Victor Marcais di Roland Berger.
“Se gli operatori non sono pronti, sarà più colpa loro che altro“, ha affermato Dexter Thillien, analista di BMI Research. Tuttavia, gli operatori telefonici come Tim, WindTre, Vodafone, stanno adottando approcci diversi mentre si preparano al cambiamento.
In Italia, ad esempio, WindTre afferma di aver implementato i requisiti europei con due mesi di anticipo, mentre la sua rivale TIM ha dichiarato che aderirà alle nuove regole il giorno in cui entreranno in vigore.
In Francia, Free ha ampliato la portata della sua zona senza costi di roaming a marzo, mentre Orange e Bouygues hanno eliminato le tariffe a maggio.
Una mossa da oltre 1 miliardo
La Commissione europea stima che la fine delle tariffe di roaming costerà agli operatori di telecomunicazioni europei 1,2 miliardi di euro.
Il mercato genera 4,7 miliardi di euro all’anno, secondo il BEREC, il regolatore europeo delle telecomunicazioni.
Ma la quota dei ricavi derivanti dalle tariffe di roaming è già notevolmente diminuita negli ultimi anni poiché le tariffe per chiamate e messaggi di testo sono diminuite del 90% dal 2007 e le tariffe dati sono diminuite del 96% dal 2012 in base alle normative dell’UE.