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Dormire nella posizione giusta: ecco il modo migliore e i trucchi

Una delle azioni più ricorrenti, della quale non possiamo fare certamente a meno, è dormire. L’essere umano ha bisogno, proprio come uno smartphone o un dispositivo elettronico, di ricaricare le batterie per non andare incontro ad un esaurimento di energie che sia poi dannoso. 

Un noto ricercatore della Stanford university noto con il nome di William Dement, avrebbe elaborato alcuni studi fondamentali per quanto riguarda il sonno. Egli sostiene che dormire è fondamentale al fine di avere una salute ottimale, ma siete sicuri che lo state facendo bene? Esatto, avete capito: bisogna saper dormire.

 

Dormire in maniera corretta è fondamentale secondo la ricerca: siete sicuri di farlo bene ogni notte?

La maggior parte delle persone secondo lo studio portato avanti dal ricercatore, preferirebbe dormire su di un fianco. Sono tante le persone che affermano di dormire bene e serenamente, ed infatti dovrebbero continuare su questa linea. Dormire di schiena infatti potrebbe procurare, secondo lo studio, una maggiore possibilità di andare in difficoltà respiratoria

, procurando anche una carenza di riposo.

Oltre questo però ci sarebbe da valutare un’altra cosa molto importante, ovvero la tendenza a muoversi nel sono delle persone. Una ricerca su 664 persone sotto osservazione durante il sonno, ha sortito alcuni risultati: in media i soggetti hanno passato il 54% del tempo dormendo su un fianco. Il 37% hanno dormito sulla schiena mentre il 7% a pancia in giù, tipica posizione definita principesca.

Gli Under 35 inoltre sono stati quelli a muoversi molto più spesso durante il test, non manifestando però alcun tipo di stranezza. Infatti non è malvagio essere irrequieti durante il sonno, anzi questo permette al corpo di riuscire a compiere in maniera comoda tutti i movimenti che recepisce dall’inconscio. Questo permette un buon ristoro energetico. Spostarsi infatti durante il sonno è naturale, visto che il cervello tende a comunicare una condizione di disagio o di dolore che viene dunque eliminata.

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Pubblicato da
Felice Galluccio