Siamo nel bel mezzo di una crisi, tanto grave da portare addirittura ad una mancanza di anidride carbonica nelle bevande. È accaduto dapprima all’acqua frizzante con marchio Sant’Anna, ora invece tocca agli stabilimenti produttori di birra. Ma quali esattamente? È il caso di dire definitivamente “Stop birra”? Scopriamo insieme cosa sta succedendo.
L’anidride carbonica come ben sappiamo viene utilizzata per acqua frizzante, Coca Cola, Fanta, energy drink e per l’appunto, anche birra. Approfondiamo meglio quest’ultimo caso.
Durante il processo di lavorazione della birra (prendiamo come esempio gli stabilimenti della Menabrea), l’anidride carbonica viene utilizzata per eliminare l’ossigeno dalle bottigliette di birra e per riempire i fusti da consegnare a bar, pub e ristoranti.
Ma il CO2 non viene impiegato solo per il settore dei drink, poiché si usa anche:
Ma cosa è successo nelle ultime ore? Il CEO di Menabrea, Franco Thedy, ha comunicato che lo stabilimento di produzione della birra a Biella non avrebbe aperto, proponendo così ai lavoratori di rimanere a casa con un permesso retribuito. Questo perché le mancate consegne e i ritardi di CO2 hanno ostacolato il processo di produzione. Per fortuna però nulla di permanente: l’azienda se l’è cavata con un solo giorno di chiusura, la produzione è già ripartita. La situazione al momento sembra essere stabile, ma non per molto vista la situazione russo-ucraina.