È una novità molto importante in termini di sicurezza per gli utenti. Di fatto, saranno più protetti ed eviteranno in maniera più semplice ed efficace il furto di dati personali, oltre ad un processo di autenticazione molto più celere.
Nella nota diffusa dalla società, sono stati messi in evidenza i benefici di uno strumento di questo tipo. Ne estrapoliamo una parte: ” le chiavi di accesso non possono essere riutilizzate, non vengono perse nelle violazioni dei server e proteggono gli utenti da attacchi phishing. In più sono validi multi-piattaforma e multi-browser, e forniscono accesso sia a siti web che alle app
“.Per l’utente cambia davvero poco, essendo che le chiavi d’accesso hanno lo stesso funzionamento del riempimento automatico delle password. Infatti, l’unica azione che dobbiamo compiere è dare conferma al proprio smartphone Android al metodo di sblocco, che può essere impronta digitale o face unlock.
Inoltre, gli sviluppatori hanno la possibilità di aggiungere il supporto alle chiavi ci accesso sui siti internet che usano maggiormente. Il tutto può essere fatto con Chrome mediante l’API WebAuthn su Android e altre piattaforme supportate.
Successivamente, sarà l’API stessa per le app Android native che, come dice Google, andrà a “fornire alle app un modo unificato per consentire all’utente di scegliere una chiave di accesso o una password salvata“.