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Pesci “volanti”: volano sul serio? Ecco cosa è stato scoperto

Ma esistono davvero i “pesci volanti”? A quanto pare sì: la famiglia Exocoetidae ha ben 64 specie di pesci di questo tipo e sono situati maggiormente nell’Oceano Atlantico, Pacifico e Indiano. Queste speciali creature vengono chiamate in questo modo per via delle “ali” laterali molto caratteristiche. Riescono davvero a volare con queste?

I “pesci volanti” vivono nella zona epipelagica degli oceani e passano la maggior parte della loro esistenza nei primi 200 metri di profondità delle acque. Questo avviene per alcune ragioni: grazie alle robuste colonne spinali, questi mammiferi hanno delle caratteristiche aereodinamiche e riescono letteralmente a “saltare” fuori dall’acqua.

 

 

Pesci volanti: come sono fatti? Ecco la loro struttura

Ciò che riesce a rendere questi animali così rigidi sono gli archi neurali: questi vanno infatti a rafforzare la struttura tra colonna vertebrale e cranio del pesce. In questo modo riescono a controllare la velocità e la direzione quando sono a mezz’aria in maniera decisamente più agevole. Le “ali”, invece, sono composte da due pinne allungabili

che sono fondamentalmente appiattite contro il corpo del pesce.

Ci sono addirittura particolari specie di questa vasta famiglia che sono conosciuti come “pesci volanti a quattro ali”. Questa particolare specie, oltre alle due pinne caratteristiche, hanno anche delle alette pelviche che gli permettono di migliorare ancora di più la manovrabilità una volta fuori dall’acqua.

L’atletismo innato di queste creature le porta a saltare fuori dalle acque dell’oceano ad una velocità pari a 59 chilometri orari. Tuttavia, lo spazio in cui riescono a planare è di circa 50 metri. Ma nonostante ciò, riescono a sfruttare in maniera eccezionale le correnti ascensionali, percorrendo di fatto fino a 400 metri di distanza.

Come riportato da una troupe cinematografica nel 2008, lungo le coste del Giappone, il pesce volante il volo più lungo di un pesce volante è stato di 45 secondi e viaggiava a 30 chilometri orari. Non male vero?

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Pubblicato da
Christian Savino