La situazione è più seria di quanto sembri, non stiamo scherzando. Basta dare un’occhiata al rapporto Living Planet rilasciato dal World Wide Fund e al conseguente allarme WWF. Cosa è emerso? Forse sarà meglio che vi sediate.
Dalla ricerca è emersa una dura verità: le dimensioni delle popolazioni di animali selvatici sono diminuite in media del 69% tra il 1970 ed il 2018, soprattutto per via della perdita e del disgregamento dell’habitat naturale. Da non sottovalutare quindi l’agricoltura e il cambiamento climatico.
Nello specifico, le specie nei laghi d’acqua dolce, nei fiumi e nelle zone umide sono scese dell’83%. In America Latina, sede dell’Amazzonia, la situazione è tragica: la deforestazione sta radendo al suolo gli alberi e le specie (-94%). Prepariamoci al peggio, perché senza questa sarà impossibile sconfiggere il riscaldamento globale. Tanya Steele
, amministratrice delegata del WWF, parla chiaro: “Se perdiamo l’Amazzonia, perdiamo la lotta”.Proiezioni catastrofiche, foreste in fiamme, paesi sommersi, temperature record, sfollati, eppure si continua a far finta di nulla. Dove andremo a finire? Mike Barrett, direttore esecutivo per la scienza e la conservazione del WWF, annuncia che tutto questo arriverà persino ai nostri nipoti.
Se non vi è ancora chiaro, ogni anno si perdono 10 milioni di ettari di foresta (per intenderci, un’area grande quanto il Portogallo) arrivando di conseguenza a colpire il clima, la sicurezza alimentare ed i mezzi di sussistenza di milioni di persone. Stiamo decisamente andando nella direzione sbagliata. Possiamo però tentare di recuperarla iniziando ad agire già da ora. Il Pianeta è il nostro amico più speciale, non possiamo di certo distruggerlo così!