Chimicamente sono gli stessi prodotti di 10-15 anni fa eppure, guardando i prezzi alla pompa, qualcosa non quadra. Perché nel 2015 quando la benzina costava un euro e mezzo, il diesel era ancora a un euro e 10 centesimi, mentre ora, con il verde intorno a 1,7 euro, il gasolio supera i 1,9 euro?
In passato chi percorreva molta strada (più di 15mila chilometri l’anno) veniva portato ad acquistare auto diesel perché anche se spendeva di più per l’acquisto alla lunga risparmiava di carburante. Ora non è più così.
“Penso sia il fatto che l’Italia si stia adattando al resto d’Europa, dove il diesel è più caro da tempo”, risponde Diego Degasperi, responsabile di una stazione di servizio. In realtà la questione è più complicata ed è legata alla guerra in Ucraina per almeno due motivi. Da un lato è anche per il fatto che il gasolio attualmente non è utilizzato solo per i trasporti, ma anche nel settore industriale.
Vuol dire che molte aziende che fino all’anno scorso utilizzavano il metano per la loro lavorazione stanno ora (vista la cattiva parata sul prezzo del gas) convertendo i loro impianti al diesel. La stessa cosa funziona per alcuni impianti di produzione di energia. Chiaramente, all’aumentare della domanda, il prezzo del diesel tende a salire.
C’è poi un ulteriore elemento, ovvero il fatto che gli impianti di raffinazione europei sono per lo più dedicati alla benzina, e la produzione di diesel storicamente è concentrata in Russia, che ha raggiunto circa il 60 per cento dei consumi europei.
Ora l’esportazione di gasolio fuori dalla Russia a causa delle sanzioni è più complicata (ma non del tutto eliminata). È vero che la produzione mondiale di gasolio è maggiore di quella della benzina, ma è altrettanto naturale che l’Europa sia più soggetta alle oscillazioni dei prezzi a causa del drastico calo delle forniture dalla Russia. C’è quindi meno disponibilità rispetto allo scorso anno.