Questo è quanto detto da Bloomberg, il quale cita anche le parole del capo del marketing di Google Lorraine Twohill in una mail inviata a Sundar Pichai. Il suddetto avrebbe chiesto di rendere “la modalità di navigazione in incognito di Chrome davvero privata” dato che non riuscirebbe a garantire una vera sicurezza.
Questa non è la prima volta in assoluto che la fiducia nella modalità in incognito di Google Chrome scarseggia. Infatti, i dipendenti stessi del colosso di Mountain View sono da sempre molto dubbiosi e critici sulla navigazione in incognito; stessa cosa vale per gli utenti.
Uno studio ha di fatto mostrato che solamente il 56,3% degli utenti su un campione di 460 intervistati pensa che usare la modalità in incognito sia davvero sicuro e privato.
Come forse già sapete, nel momento in cui aprite una pagina in incognito in Google Chrome, il browser non salva la cronologia delle ricerche. Tuttavia, questo non impedisce a Google e ai suoi partner pubblicitari di abilitare il tracciamento.
Viene specificato all’inizio che Chrome non salva cronologia, cookie, dati dei siti e le informazioni inserite nei moduli. Ma sul tracking nulla.
Dopo le tante teorie, un rappresentante di Google ha spiegato “la modalità di navigazione in incognito offre agli utenti un’esperienza di navigazione privata e siamo stati chiari su come funziona e cosa fa, contrariamente ai querelanti in questo caso che hanno intenzionalmente definito erroneamente le nostre dichiarazione”.