In Ucraina la guerra non è affatto finita, sono alle porte gli otto mesi di conflitto. Di fatto il periodo di tensione continua, con Kiev e Mosca che non hanno alcuna intenzione di tirare i remi in barca e di abbassare le loro pretese.
Pertanto, negli ultimi giorni sono aumentati gli attacchi militari, soprattutto nei cieli delle città ucraine, dove i raid sono sempre di più e con bombardamenti che non accadevano da inizio conflitto.
I militari russi hanno infatti iniziato ad utilizzare dei droni molto particolari e neanche troppo costosi per riuscire a penetrare nei territori ed abbattere i nemici. Parliamo di piccoli velivoli di fabbricazione iraniana che stanno aiutando moltissimo l’esercito russo e mettendo in seria difficoltà quello ucraino.
Droni kamikaze iraniani: cosa sono e come funzionano
I droni kamikaze vengono chiamati così per sorprendere l’esercito dall’alto e sono dei velivoli che la Russia ha ottenuto dall’Iran in quanto alleati.
Sono infatti arrivati dalla capitale iraniana gli Shahed 136 e velivoli ricognitori Mohajer che possono volare a 185 chilometri orari con un raggio d’azione di circa 2mila kilometri.
Questi droni kamikaze possono fare molto male all’esercito nemico, in quanto sono delle vere e proprie minacce concrete per le infrastrutture, aree urbane, centrali elettriche e depositi.
Anche se non sono avanzatissimi in termini di tecnologia (e anche molto rumorosi), fanno bene il loro lavoro, soprattutto se utilizzati “a sciame“, ossia con un numero alto di altri compagni che con l’attacco incrociato diventano difficili da sconfiggere.
A quanto pare Kiev nelle ultime settimane sta incominciando ad utilizzare dei missili per abbatterli una volta avvistati, anche se non sempre ci riescono.
Nel corso degli anni gli iraniani hanno perfezionato sul campo e reso quasi indispensabili nella lotta contro il regno arabo gli Shahed. Di conseguenza sono davvero molto difficili da abbattere.