Fino a qualche tempo fa ci siamo succeduti con la certezza e consapevolezza che alcuni dei nostri antenati, nonché gli uomini di Neanderthal, mangiassero cacciagione, bacche ed erbe selvatiche, ma anche molluschi, crostacei, pesci, uccelli acquatici e marini come foche, delfini, orate, cefali e germani reali. Una nuova ricerca ha però scoperto un’ulteriore verità. Dall’analisi degli isotopi di zinco dello smalto dei denti, è stato possibile vedere che i nostri antenati erano carnivori (e su questo non ci piove).
Qual è allora la novità? Semplicemente la metodologia stessa, poiché questa inizialmente risultava inefficace mentre ora ha contribuito alla scoperta della dieta altamente carnivora degli uomini di Neanderthal. Nello specifico, lo studio ha confrontato le dentature di Neanderthal, linci, camosci e lupi, al fine di cercare le concentrazioni di isotopi di zinco arrivando così ad una conclusione grazie alla concentrazione dell’elemento nelle fauci.
Secondo gli autori della ricerca, il consumo di carne è confermato sia dai dati zooarcheologici a Gabasa che dall’analisi dello smalto. Tuttavia gli uomini durante la preistoria facevano a meno di mangiare ossa e sangue, a differenza degli altri animali.
Dunque, oltre alla carne gli esemplari di Neanderthal si nutrivano di tuberi, così come i Sapiens. In entrambi infatti erano presenti dei batteri (del genere Streptococcus) capaci di legarsi all’amilasi, un enzima della saliva che consente di liberare zuccheri da cibi ricchi di amido. Da questi è stato possibile capire che i Neanderthal si nutrivano di cibi ricchi di amido già da prima dell’arrivo dell’agricoltura, avvenuta circa 10.000 anni fa. Pensate, ne mangiavano talmente tanto da modificare la composizione del microbiota orale.