A quanto pare si tratta di una malformazione congenita molto rara causata dalla mancanza di un tratto di esofago che non permette ai bambini di potersi nutrire per via orale. Scopriamo di seguito cosa è accaduto.
Questo importante studio è stato pubblicato su Journal of Pediatric Surgery. Esso descrive i primi cinque bambini che sono stati sottoposti a tale intervento, i quali sono tutti al di sotto dei 4 mesi d’età.
Questo metodo andrebbe a sostituire l’intervento chirurgico tradizionale e permetterebbe di agire in maniera decisamente poco invasiva, ossia quella senza fistola tracheoesofagea, definita comunemente anche come “long-gap”.
In soldoni, vengono collocate due calamite di 0,5 cm di diametro che corrispondono alle due estremità dei monconi; uno viene posizionato in quello superiore mentre l’altro in quello inferiore tramite l’uso dei sondini.
Successivamente, i due monconi dell’esofago vengono spinti l’uno verso l’altro in modo tale che i due magneti si attraggano e si uniscano. Ed è proprio questo contatto prolungato che permette all’esofago di unirsi ed essere continuo, permettendo il passaggio del cibo.
Questo è un intervento anche breve (dura solamente un’ora) rispetto alle 4 ore convenzionali della chirurgia odierna. Questa, oltre ad essere una grandissima scoperta, mette l’Italia in una posizione di protagonista positiva nel campo della medicina, indirizzandosi verso tecniche sempre meno invasive ma ugualmente efficaci.