Lo scienziato Zachary Amir dell’Università mette in evidenza come quattro specie in particolare, ossia la tigre, l’elefante Asiatico, il cinghiale selvatico e il leopardo nebuloso, siano nettamente aumentate in termini di popolazione in aree dove erano presenti infrastrutture presidiate dagli uomini.
“Questi risultati dimostrano che, sotto le giuste condizioni, alcuni animali possono vivere vicino agli esseri umani ed evitare l’estinzione – spiega Amir – Questo potrebbe essere dovuto alle regole anti-bracconaggio sempre più strette messe in atto nei parchi nazionali vicini a insediamenti umani, che sono spesso visitati da turisti
.”Amir spiega inoltre come ci sia stato un vero e proprio downgrade nel livello trofico globale, che si traduce quindi in perdita di animali di grossa taglia, a causa della vicinanza dell’uomo. Tuttavia, pare che il problema si stia risolvendo per la stessa ragione per animali come elefanti, tigri, cinghiali e leopardi nebulosi.
Per concludere, i ricercatori hanno sostengono anche che lo studio potrebbe dare nuova linfa alla fauna nelle foreste che erano giudicate come fin troppo degradate o vicine agli insediamenti umani. Così facendo, si potrebbero fornire delle nuove strategie di conservazione e limitare una volta per tutte il bracconaggio.