Uno dei campi della ricerca che sta muovendo i primi passi nel mondo moderno è sicuramente quello che unisce medicina e tecnologia e prende corpo nelle prime interfacce cervello macchina attualmente in fase di test, molte sono le realtà che sono state messe a cantiere e promettono bene, basti pensare alla famosissima Neuralink inaugurata da Elon Musk, che mira alla creazione di un vero e proprio ponte tra cervello e macchina che consenta scambi bidirezionali.
Indubbiamente a prima vista può sembrare quasi fantascienza ma è tutto vero, è solo molto difficile, sia per le difficoltà intrinseche nella ricerca, sia perchè comunque un collegamento cervello macchina andrebbe regolamentato anche dal punto di vista della privacy, se però poi pensiamo che l’applicazione di questa tipologia di interfaccia può potenzialmente aiutare persone con disabilità a comunicare con chi è vicino allora la prospettiva rende il tutto decisamente più semplice.
Mentre Neuralink si ritrova a dover combattere con numerose critiche, oppositori e problemi vari, oltre che ad attendere l’arrivo dell’approvazione da parte della Food and Drug Administration, una realtà che ha mosso piccoli ma importantissimi passi è senza dubbio Synchron, azienda azienda con base a New York che ha realizzato un dispositivo che permette ai pazienti – sono sei in questo momento – di interagire tramite un iPad, il tutto farcito dall’ok da parte della FDA.
Qui parte la storia di Rodney Gorham, malato di SLA (Sclerosi laterale amiotrofica), impossibilitato a parlare a causa della sua malattia, il quale grazie ad alcuni elettrodi chiamati Stentrode, inseriti nella parte superiore del cervello attraverso un vaso sanguigno è riuscito a comunicare in modo semplice ma efficace riportando il suo pensiero sullo schermo del tablet Apple