L’intelligenza emotiva è uno strumento potente. È fondamentale in un’ampia gamma di professioni, in particolare in settori con interazioni sociali frequenti o intense come l’istruzione, l’assistenza sanitaria o il settore dei servizi.
Ma cosa succede se il tuo lavoro prevede principalmente l’interazione con una macchina priva di emozioni?
Se sei un pilota, ad esempio, potresti aver bisogno di concentrazione, memoria e consapevolezza della situazione, tra le altre caratteristiche. Ma di quanta intelligenza emotiva hai bisogno per pilotare un aereo?
Nonostante una vasta gamma di ricerche sull’intelligenza emotiva in generale, pochi studi hanno esaminato il suo ruolo nell’aviazione, secondo un team di ricercatori guidato dal maggiore Zachary Dugger, un istruttore presso il Dipartimento di scienze matematiche dell’Accademia militare degli Stati Uniti di West Point.
Nella speranza di fare luce sulla questione, Dugger e i suoi colleghi hanno contattato i piloti di “numerose organizzazioni aeronautiche” negli Stati Uniti, reclutando infine 44 volontari per rispondere a un questionario progettato per valutare l’intelligenza emotiva.
L’intelligenza emotiva si riferisce alla capacità di identificare e regolare le proprie emozioni, nonché di riconoscere le emozioni nelle altre persone ed entrare in empatia con loro
. Il termine è stato reso popolare da un libro omonimo negli anni ’90 e da allora ha suscitato un crescente interesse nella ricerca.Esistono due modelli principali per misurare l’intelligenza emotiva (EI): tratto e abilità. Il nuovo studio si concentra sul tratto, che gli autori definiscono come “una costellazione di percezioni emotive valutate attraverso questionari e scale di valutazione“.
Molti studi hanno già esaminato il tratto in vari contesti, notano gli autori, ed è stato “fortemente legato a comportamenti che costituiscono componenti chiave dello skillset pilota, tra cui leadership, forza mentale e gestione dello stress“. Eppure pochissime ricerche hanno esaminato direttamente il tratto tra i piloti.
I ricercatori citano due studi che hanno affrontato l’argomento, ma in quei documenti hanno scoperto che il tratto è positivamente collegato alle prestazioni durante l’addestramento dei piloti e non c’è stata nessuna correlazione con la capacità di essere empatici con il pubblico.