Ma di cosa parliamo quando citiamo in causa il cosiddetto Euro Digitale? Moltissimi pensano che si tratti di una semplice criptovaluta, ma non è esattamente così. Già da inizio 2022, la Banca Centrale Europea ha confermato la stesura del primo Disegno di Legge entro il 2023. Tuttavia, proprio di recente, il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ci ha fornito delle importanti dichiarazioni sull’argomento.
Di fatto, il 7 novembre, Dombrovskis ha tenuto un importante discorso circa la necessità di un framework legislativo da poter realizzare per l’Euro Digitale, per poi diffonderlo in un secondo momento tra cittadini e aziende. Una delle frasi emblematiche del discorso è stata questa: “Stiamo lavorando a una proposta legislativa per sostenere il potenziale euro digitale, che lo inquadrerà e ne regolerà gli aspetti essenziali”.
Successivamente, sono state citate le stime della BCE, secondo le quali i pagamenti in digitale sarebbero aumentati del 12,5% in tutta la Eurozona. Dunque, il contante è destinato a rimanere nelle case degli abitanti del Vecchio Continente, ma comunque l’Euro Digitale è un passo importante in chiave mercato.
Di fatto, il progetto deve portare alla creazione di una vera e propria Stable Coin, ossia una valuta centralizzata che, in tal caso, è operante su un blockchain ma con un valore che è collegato all’asset reale: l’Euro.
L’Euro Digitale dovrà comunque risultare complementare al contante, dunque non sostitutivo: “Ci sono molte cose che dobbiamo considerare. Questa è una decisione importante che non possiamo permetterci di sbagliare. L’emissione di una valuta digitale avrà conseguenze profonde e sistemiche. Influirà sulle banche, sui commercianti, sulle imprese e su tutti coloro che partecipano ai mercati finanziari. Ha il potenziale per alterare il funzionamento e la stabilità del nostro sistema finanziario. Soprattutto, l’introduzione di un euro digitale colpirebbe ogni giorno centinaia di milioni di persone”, ha aggiunto Dombrovskis.
Questa proposta è stata confermata per la prima metà del 2023, ma prima dovrebbero esserci quattro panel utili ad avviare un periodo di confronto aperto e soprattutto democratico. Si parlerà infatti delle implicazioni che ci saranno per quanto riguarda il settore finanziario e per la vita dei cittadini europea e che tipo d’innovazione l’Euro digitale porterà al Vecchio Continente.