Siete andati in discoteca. Stranamente anche quell’amico che non si muove neppure con la sua canzone preferita inizia a ballare. Credi sia ubriaco ma non lo è. Cosa è successo esattamente? La musica scelta è magica? Assolutamente no. Il merito va tutto alle basse frequenze.
Musica: lo studio del neuroscienziato e batterista Daniel Cameron
Lo studio pubblicato sulla rivista Current Biology ha avuto inizio durante un concerto di musica elettronica, e vede partecipi i ricercatori della McMaster University in Canada. È coordinato dal neuroscienziato e batterista Daniel Cameron e per l’esattezza si è svolto presso il McMaster LIVELab, teatro dotato di un allestimento apposito per gli esperimenti scientifici. Si tratta di un sistema audio composto da particolari altoparlanti, capaci di riprodurre frequenze ultra basse non udibili dall’orecchio umano.
Qui inizia l’esperimento. Ai partecipanti è stata fatta indossare una fascia sulla testa, con lo scopo di controllare i movimenti del corpo. Ma prima (e dopo) questi hanno dovuto scrivere su un foglio se le frequenze erano state percepite. Lo spettacolo è durato 45 minuti, e nel mentre il team di ricercatori ha acceso e spento ogni due minuti gli altoparlanti per le frequenze ultra basse. Cosa è emerso? La quantità di movimenti rilevati aumentava del 12% all’accensione degli altoparlanti. La ragione? Assurdo ma vero, neppure gli autori dello studio sono stati in grado di capire quale sia il meccanismo fisiologico alla base di tale fenomeno, ma si pensa che il cervello capti tali frequenze sia tramite i recettori tattili, che mediante il sistema vestibolare dell’orecchio interno.
Tralasciando gli studi, ma chi di voi non si lascerebbe trasportare almeno una volta dalla propria musica preferita?