Il prossimo 14 dicembre è prevista l’uscita nelle sale cinematografiche di Avatar: La Via dell’Acqua. La pellicola diretta da James Cameron si preannuncia un kolossal in grado di replicare il successo del primo capitolo. Il regista e tutta la troupe ha lavorato per alzare ulteriormente l’asticella e realizzare una Pandora che fosse estremamente fotorealistica sia sulla terra ferma che in acqua.
James Cameron ha quindi dovuto sviluppare nuove tecnologie in grado di simulare al meglio l’acqua. Quando non era possibile effettuare direttamente le riprese sott’acqua si è reso necessario realizzarla in CGI, un lavoro non da poco considerando che l’acqua è un tema centrale del film. Ovviamente tutto questo ha un costo in termini di realizzazione e post-produzione.
In una recente intervista rilasciata a GQ, il regista ha indicato che i costi per girare il film sono stati altissimi. Senza usare mezzi termini, Cameron ha detto esplicitamente che “è stato il peggior business case nella storia del cinema“.
Avatar: La Via dell’Acqua ci riporterà su Pandora dopo oltre 13 anni e i costi di realizzazione di questo film sono talmente alti da spaventare lo stesso James Cameron
Infatti, per poter raggiungere il punto di pareggio tra costi e ricavi, Avatar: La Via dell’Acqua dovrebbe letteralmente sbancare i botteghini. Per generare un profitto, la pellicola dovrebbe diventare la terza o quarta pellicola di maggiore incasso nella storia del cinema.
Questo significa che, il sequel di Avatar dovrebbe mantenere performance degne del capostipite e superare i 2 miliardi di dollari come incasso totale. Bisognerebbe battere il successo di come Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della Forza e Avenger: Infinity War.
Non si tratta di una sfida impossibile per un film di questa portata ma il futuro della saga dipende dai risultati economici. Se la pellicola non dovesse incassare abbastanza la storia di Jake Sully su Pandora verrebbe messa in pausa a tempo indeterminato.