Le proteste studentesche contro le politiche educative del governo di Giorgia Meloni si sono tenute venerdì nelle città di tutta Italia, comprese Roma e Milano.
Sotto gli slogan “No Meloni Day” e “Now We Decide“, migliaia di studenti sono scesi in piazza chiedendo maggiori investimenti in scuole e università.
La principale manifestazione di protesta a Roma ha visto gli studenti marciare dal Circo Massimo al Ministero dell’Istruzione italiano a Trastevere, provocando alcune interruzioni delle linee di autobus.
Le manifestazioni sono state organizzate dall’Unione degli Studenti e dalla Rete degli studenti, con il sostegno di altri gruppi studenteschi e collettivi di sinistra.
“Abbiamo chiesto a questo nuovo governo di abbandonare la retorica della meritocrazia e di provare a pensare a un chiaro investimento nel futuro dell’istruzione in questo Paes
e” – affermano gli organizzatori. “Ad oggi, però, tutto ciò che abbiamo ricevuto sono stati silenzi e percosse. Nessuno parla di scuola e università nella legge di bilancio che è dietro l’angolo”.Il riferimento alle “percosse” si riferisce agli scontri tra studenti e polizia all’Università La Sapienza di Roma il 25 ottobre al di fuori di una conferenza i cui relatori includevano Daniele Capezzone di Fratelli d’Italia di Meloni, di estrema destra, e Fabio Roscani, presidente dell’ala giovanile Gioventù Nazionale di quel partito.
Alice Beccari, responsabile comunicazione dell’Unione degli Studenti, ha detto all’agenzia Adnkronos che le rivendicazioni del sindacato si basano su cinque pilastri: “diritto allo studio, istruzione integrata al posto dell’alternanza scuola-lavoro, benessere psicologico, più rappresentanza e più diritti per studenti“.