Dopo una maxi operazione congiunta delle forze dell’ordine internazionali, il servizio di spoofing online “iSpoof” ha subito uno smantellamento repentino. Tutto ciò ha portato ad un altrettanto repentino giro di arresti: 146 persone compresa la presunta mente dietro al progetto.
L’Europol ha collaborato con la Polizia britannica e olandese, portando al compimenti di oltre cento arresti e, come detto prima, anche del leader della piattaforma. Scopriamo di seguito maggiori dettagli a riguardo.
Cos’è iSpoof e cosa riusciva a fare nel concreto?
iSpoof permetteva ai cybercriminali di servirsi dei server di spoofing, i quali consentivano di mascherare i loro numeri di telefono per compiere degli attacchi di phishing. Infatti, mediante questo metodo, molte persone pensavano di essere contattate dalla loro banca e all’improvviso venivano private delle loro credenziali bancarie e subito dopo dei loro soldi.
“I servizi offerti dal sito web hanno consentito a coloro che si registravano e pagavano per il servizio di effettuare chiamate contraffatte in modo anonimo, ma potevano anche inviare messaggi ed intercettare le password monouso” afferma l’Europol nel rapporto, secondo cui i criminali informatici utilizzando iSpoof facevano finta di essere impiegati banche, società di vendita al dettaglio e addirittura istituzioni governative.
In tutto, il servizio iSpoof è riuscito a rubare ben 120milioni di dollari, con dei profitti per 3,850 milioni di dollari solamente negli ultimi sedici mesi.
E non finisce qui, perché il dipartimento per la criminalità informatica della Polizia olandese ha anche scoperto che i server di iSpoof si trovavano ad Almere, una città molto vicina ad Amsterdam. In seguito, hanno anche scoperto altri server a Londra.