La CO2 è un prodotto di scarto del carbone. Per ogni tonnellata di ferro che andrà a produrre acciaio, ogni forno produce 1,6 tonnellate di CO2, afferma Martin Pei, chief technology officer di SSAB, la società proprietaria di uno stabilimento Luleå.
Il mondo ha centinaia di altiforni simili, la maggior parte con emissioni maggiori. Se aggiungiamo altri fattori inquinanti diventa chiaro come la produzione di acciaio causi il 7% delle emissioni mondiali di gas serra, paragonabili, secondo alcune stime, allo scarico di tutte le autovetture del mondo messe insieme.
Ma a poche centinaia di metri dalla fornace di Luleå ce n’è una più piccola che produce ferro con molto meno inquinamento. Questa tecnologia pilota sostituisce il carbone con l’idrogeno e rilascia solo vapore acqueo. “Questo è il nuovo modo di produrre l’acciaio e, in linea di principio, possiamo eliminare tutta l’anidride carbonica“, afferma Pei.
Il percorso dall’idrogeno all’acciaio non è del tutto privo di inquinamento; durante la conversione del ferro in acciaio viene emessa ancora un po’ di CO2. Tuttavia, l’anno scorso, questo sito ha prodotto il primo “acciaio verde” al mondo, con l’aiuto dell’idrogeno che è stato prodotto utilizzando elettricità a basse emissioni di carbonio, generata da energia idroelettrica, nucleare ed eolica.
L’impianto pilota è di proprietà di HYBRIT, una joint venture che SSAB ha costituito nel 2016 con la società di servizi pubblici svedese Vattenfall e LKAB, la società mineraria nazionale.
Rendere l’acciaio ecologico è solo uno dei modi che servirò a decarbonizzare l’economia mondiale. Sebbene alcuni abbiano propagandato l’uso dell’idrogeno come combustibile per i trasporti, è improbabile che abbia un grande impatto in quel settore o nel riscaldamento, per i quali le batterie e l’energia elettrica forniscono già soluzioni a basse emissioni di carbonio più efficienti. Piuttosto, il più grande contributo dell’idrogeno sarà quello di ripulire i processi industriali, dalla produzione di plastica e fertilizzanti alla raffinazione degli idrocarburi. Questi settori sono stati convenzionalmente considerati più difficili da decarbonizzare e hanno ricevuto meno attenzione da parte dei media, degli investitori e dei responsabili politici.
L’idrogeno potrebbe trovare usi anche nella produzione di energia. I combustibili liquidi a base di idrogeno potrebbero un giorno alimentare i trasporti aerei e le spedizioni. E l’idrogeno potrebbe anche aiutare a decarbonizzare la rete elettrica: l’energia solare o eolica in eccesso potrebbe essere dirottata per produrre il gas, che potrebbe poi essere utilizzato in altri processi industriali o semplicemente per immagazzinare energia. In questo modo, ci si aspetta che l’idrogeno agisca da ponte tra molti diversi settori dell’economia.
Gli investimenti in progetti di idrogeno stanno vivendo un boom. L’Hydrogen Council, un gruppo industriale di Bruxelles, stima che le centinaia di progetti di idrogeno su larga scala annunciati ammonteranno già a un possibile investimento di 240 miliardi di dollari entro il 2030, anche se finora solo un decimo di questi sono accordi completamente completati. Entro il 2050, il consiglio ritiene che il mercato delle tecnologie dell’idrogeno e dell’idrogeno varrà 2,5 trilioni di dollari all’anno.