Un’occasione da prendere al volo, soprattutto per chi ama raccontare in un articolo come questo l’intreccio perfetto tra le bellezze del mondo e la tecnologia. Samsung mi ha invitato per un media trip, un viaggio organizzato esclusivamente per giornalisti, all’isola di Lanzarote, nell’arcipelago delle Canarie.
Lo scopo? Scoprire le mille sfaccettature di un’isola fantastica con uno dei dispositivi più iconici del momento tra le mani: il foldable Samsung Galaxy Z Fold4. Il dispositivo, con cui Samsung mi ha equipaggiato, andava testato, stressato e se vogliamo anche interrogato. “Caro Z Fold4, vediamo fin dove ti puoi spingere!“, questa la sfida lanciata al pieghevole per eccellenza che Samsung ha implementato con specifiche di altissimo livello, le quali peraltro ne giustificano il prezzo per molti aspetti impegnativo che parte da 1.879€.
Posto migliore per condurre prove e test di ogni genere di certo non poteva esserci. Lanzarote, situata a largo del Marocco, nell’Oceano Atlantico, mette a disposizione del turista di turno paesaggi che chiunque faticherebbe a pensare come appartenenti a questo pianeta Terra; gli oltre 300 vulcani hanno modellato l’isola in maniera unica, allungandola con montagne di magma e rendendola un mosaico a cielo aperto che alterna i suoi tasselli tra paesaggi lunari e tanta, tantissima arte. César Manrique, artista del posto vissuto negli anni 90, è stato in grado di dare sfogo a tutta la sua creatività toccando i vari punti di Lanzarote, quasi plagiandola a sua immagine e somiglianza. I tratti caratteristici di César sono ben visibili nei vari punti di interesse, come ad esempio nella sua villa, divenuta un vero e proprio museo da visitare attentamente tra ambienti esterni ed interni dove si farà fatica a non restare a bocca aperta.
Insomma, il buon Manrique ha fatto a me e ai miei colleghi di viaggio un bel regalo mettendoci a disposizione l’opportunità di scattare centinaia e centinaia di foto inedite. Come si è comportato il Galaxy Z Fold4? Beh, ha tenuto alta la sua carica di flagship in grado di vedere l’isola insieme a me dai suoi tre obiettivi posteriori.
Comparto fotografico
La cosa di cui mi sono accorto solo qualche ora dopo aver utilizzato il Galaxy Z Fold4 sotto il piacevolissimo sole di Lanzarote, è stata la luminosità del display estremamente appagante, e pensate che era a poco più del 60%. Tirata su la barra nel centro di controllo fino al 100%, lo stupore: l’ampio display intero da 7,6 pollici ha mostrato una luce impressionante, in grado di azzerare qualsiasi riflesso solare.
La visibilità di giorno è qualcosa di eccezionale, difficilmente identificabile in altri dispositivi. Tanta è la luminosità che la piega al centro quasi risulta invisibile, proprio come quando si apre l’app fotocamera: lì sparisce completamente tra i dettagli ripresi dai tre obiettivi.
Sottoposto a diversi panorami, condizioni e soprattutto alla luce del giorno, tanta, e della notte, poca, soprattutto nei tunnel vulcanici, il Galaxy Z Fold4 ha dato sommariamente ottimi risultati.
Effettivamente non c’è stato alcun bisogno di utilizzare la modalità manuale o Pro per tirare fuori scatti di altissimo livello. La fotocamera grandangolare da 50 megapixel è stata in grado di produrre scatti con una qualità di immagine di prima scelta, il tutto grazie ad un sensore con dimensioni favorevoli per catturare luce in quantità.
Al cospetto dei tanti paesaggi, più volte è sopraggiunta la voglia di zoommare sfruttando il 3x ottico: i risultati parlano da soli con i soggetti chiari, ben illuminati e privi di qualsiasi forma di rumore. Personalmente, avrei tratto benefici maggiori con uno zoom più spiccato in grado di avvicinare ulteriormente determinati soggetti, ma lo Z Fold4 ha saputo giocarsi bene le carte in suo possesso.
Batteria al 100%, zaino in spalla e via con l’avventura con la prima tappa a Teguise, antica capitale di Lanzarote. Qui i primi scatti che hanno fin da subito mostrato la qualità di cui Galaxy Z Fold 4 è in grado, soprattutto sfruttando la fotocamera grandangolare. La cittadina ha lasciato spazio poco dopo alla seconda tappa, Mirador del Rìo
, posto creato da Manrique con una vetrata e una terrazza con balaustra che dà sull’isola di Graciosa, tra pietre vulcaniche e rocce plasmate dal magma.Dopo un po’ di tempo passato a perdersi in quel panorama mozzafiato regalato dal perfetto incrocio tra terra e Oceano, ecco la meraviglia di Cueva de los Verdes. Quello che gli abitanti del posto definiscono un Jameo, un tunnel vulcanico generato dall’eruzione del Monte Corona, ha formato due diverse zone, una sopra l’altra. Proprio qui gli scatti in scarse condizioni di luce hanno confermato che il Galaxy Z Fold4 può catturare ugualmente ciò che gli si para davanti, seppur con un tantino di rumore.
Risaliti in superficie, rotta verso la Fundaciòn Cèsar Manrique, casa di Tahiche che fu dell’artista autoctono, trasformata in un vero museo ricolmo di opere.
Il secondo giorno ha portato me e i miei compagni e colleghi a visitare il sud di Lanzarote, dapprima dall’alto de El Golfo, dove è situato anche il lago verde, e poi all’Echadero de Camellos, dove abbiamo approfittato per fare un giro in groppa agli splendidi animali.
I dromedari, tra uno scatto e l’altro, ci hanno condotto ad ammirare dall’alto il panorama sul Parco Nazionale Timanfaya che abbiamo visitato minuziosamente prima in bus e poi in prossimità del ristorante El Diablo, anch’esso progettato da César Manrique.
Qui c’è stato modo di immortalare alcuni esperimenti geotermici caratterizzati dai quattro elementi: acqua, fuoco, terra e aria. A sfamarci il barbecue naturale in grado di cuocere i cibi direttamente con il calore proveniente dal sottosuolo, il quale in superficie tocca i 250°.
L’ultimo giorno, quello prima del ritorno verso casa, è stato riempito da chilometri di vigneti, anche questi unici al mondo. I lapilli emessi dalle eruzioni del dominante vulcano Timanfaya hanno ricoperto l’intera zona circostante, denominata oggi La Geria.
E’ stato un piacere immortalare con il Galaxy Z Fold4 le varie meraviglie di questo posto esteso per oltre 50 chilometri quadrati all’interno del quale abbiamo visitato tre aziende diverse. Sì, qualche bicchiere di vino ci è scappato ma come si dice: “chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere“, ed io e i miei colleghi non avevamo proprio niente da omettere di fronte ad un paesaggio del genere.
I colori ritratti nelle foto scattate sono fedeli al massimo, con la sabbia nera e i muretti a protezione delle vigne riprodotti sul display del Fold4 in maniera più che fedele. Non sono state da meno le foto venute fuori di sera al Jameos del Agua, posto meraviglioso situato nel tunnel vulcanico a nord dell’isola che ospita anche Cueva de los Verdes. Al suo interno un ristorante ma soprattutto un lago salato cosparso di piccole macchie bianche rappresentaste da una colonia di granchi albini.
Anche qui la modalità notte del Galaxy Z Fold4 è stata di grande aiuto, permettendo di portare a casa immagini che potessero aiutare a raccontare e mostrare le meraviglie osservate.
Si torna in albergo, ovviamente con un buon 20% di autonomia residua dovuto alla perfetta integrazione tra processore, uno Snapdragon 8+ Gen 1, e la batteria. L’indomani sarebbe stata la volta di tornare in Italia; c’è stato un po’ di rammarico ma anche tanta ricchezza interiore acquisita grazie a Lanzarote, un posto magnetico che porto nel cuore e nella mia galleria personale grazie ad uno smartphone poliedrico come il Samsung Galaxy Z Fold4, a mia piena disposizione anche in fase di scrittura.
Che dire? Non era semplice generare un dispositivo che raggruppasse al suo interno tutte queste qualità: fotocamere di ottimo livello, seppur migliorabili, caratteristiche eccezionali per chi come me lavora anche on the road, ma soprattutto un’estetica memorabile. E’ chiaro allo stesso tempo che non si tratta di uno smartphone indirizzato a tutti gli utenti, visto il peso, le dimensioni e soprattutto le specifiche di cui gode.
Gli amanti del mondo tech lo desiderano e ne hanno ben donde. Un design così accompagnato da un hardware top porta solo ad una conclusione: “Lo voglio!“.
Deve però essere chiaro che se avete determinate esigenze lavorative, acquistando un Fold4 vi ritrovereste a soddisfarle tutte e in pieno. In caso contrario, la vostra tasca potrebbe traboccare non solo dello smartphone stesso, ma anche di tanto potenziale (quello del Fold) inespresso.