Dopo aver scatenato svariate polemiche all’inizio di questa settimana proponendo “l’amnistia generale” per gli account sospesi, Musk ha risposto al suggerimento di Liz Wheeler di creare un nuovo smartphone in risposta all’ipotetica rimozione di Twitter dagli app store. Wheeler ha sottolineato che non sarebbe così improbabile per l’ideatore di Starlink, SpaceX e numerosi progetti simili.
L’idea di ribattere alle critiche con un nuovo smartphone è al contempo obiettivamente utopica, soprattutto in un periodo come questo: Google e Apple sono tra le aziende più affermate in assoluto. Un qualsiasi nuovo smartphone, anche se prodotto dall’ormai chiacchierata personalità di Elon Musk, potrebbe rivelarsi un grande flop o non un grande successo.
L’aspetto più singolare di questa vicenda non è solo il suggerimento in sé del realizzare un qualcosa di simile, ma il fatto che Musk abbia effettivamente preso in considerazione la proposta. “Spero certamente che non si arrivi a questo, ma, sì, se non c’è altra scelta, farò un dispositivo alternativo su cui scaricare Twitter in tranquillità”, replica Musk.
In passato, Twitter ha adottato ban e altre forme di sospensione, più o meno gravi, per gli account discutibili che promuovono abusi, disinformazione, estremismo, minacce di violenza e violazione della privacy o del copyright. Il CEO di Tesla ha già annullato i ban che riguardano figure controverse come Donald Trump, il cui account è stato bandito per discorsi pericolosi all’indomani dell’attacco del 6 gennaio al Campidoglio.
La proposta di “amnistia” di Musk comporterebbe probabilmente un’inversione più diffusa dei ban. Da quando Musk ha finalizzato l’acquisizione della piattaforma, Twitter non ha mai avuto un momento di pausa da queste polemiche. Il Center for Countering Digital Hate ha rilevato che in seguito alla dichiarazione di Musk su un eventuale abbonamento a Twitter con costo mensile, c’è stato un picco di account falsi e di insulti sulla piattaforma.
Musk ha anche scatenato una vera e propria reazione di massa del personale dopo aver detto ai dipendenti che possono impegnarsi per adottare la nuova etica aziendale o andarsene. A seguito dei massicci licenziamenti che hanno seguito l’acquisizione di Twitter, almeno 1.200 dipendenti si sono effettivamente dimessi, secondo il New York Times.